Le Origini di Orciano
L’origine di Orciano è antichissima. Alcuni manoscritti affermano l’esistenza di un piccolo tempio dedicato a Giano risalente all’epoca romana.
Lo storico Sebastiano Macci sostiene che Orciano venne edificato da un gruppo di Cartaginesi erranti, scampati alla sconfitta subita a opera dei Romani nella battaglia sul fiume Metauro, avvenuta nel 207a.C.
Sulla storia di Orciano, non si hanno ricordi prima del VII secolo; da quell’epoca fino al secolo XVI Orciano, come tanti altri comuni del contado di Fano, fu travolto nelle terribili vicende che in quei tempi desolavano le nostre contrade.
Nel 1339 Galeotto Malatesta, della Signoria di Rimini, entrò in possesso delle terre di Orciano e per il mantenimento delle sue truppe, gravò di ingenti tasse sui suoi abitanti che, esasperati, capeggiarono la ribellione di tutto il contado di Fano.
Una volta repressa l’ira degli Orcianesi, con il feroce assalto e saccheggio del Castello, Galeotto Malatesta per guadagnarsi la benevolenza della popolazione elargì ad essa doni e onori e per sua cura nel 1348 eresse la Torre che domina il centro storico.
L’altra Signoria che maggiormente caratterizzò la storia di Orciano, fu quella di Giovanni della Rovere, nipote di papa Sisto IV (Francesco Della Rovere).
Investito della Signoria sul Vicariato di Mondavio nel 1474, fece costruire la Chiesa di Santa Maria Novella su progetto di Baccio Pontelli e l’arricchì con gli stucchi del Brandani e lo splendido portale che la tradizione vuole attribuito a Raffaello.
Con la scomparsa della dinastia Roveresca nel 1631, Orciano assieme alle terre del Ducato di Urbino passarono a far parte dello Stato Pontificio, per poi confluire nel Regno Sabaudo.
Orcianesi illustri
Salvatore Betti (1792-1882)
Letterato classicista, presidente della Ponteficia Accademia Romana, amico del Perticari, scrisse il saggio “Il Tambroni, ossia dei Classici e dei Romantici” (1826) e le “Memorie istoriche degli uomini illustri di Orciano”.
Galvano Galvani
Militare al servizio dei Della Rovere scrisse “Il Castellano. Avvertimenti et ordini che convegono ad un Castellano…”.
Giò Pomodoro (1930)
Scultore e orafo insieme al fratello Arnaldo.
E’ una delle massime espressioni della scultura moderna italiana, rinomato in tutto il mondo per le proprie sculture marmoree e bronzee.